Vezzi Portio
comune dai quattro volti
….l’abbraccio all’alba dei nocciòli guazzosi; il pozzetto ostruito dal capelvenere dove vado ad attingere l’acqua trasudata dalla roccia; i candelabri azzurri della cicoria che al primo sole si spengono; la pianta di malvone che all’improvviso, come per malefizio, rientrò l’unico fiore di cui spiavo lo sbocciare. Il contatto della terra mi ringiovanisce. In vista, laggiù, le arme: i monti di pietra rosea di Finale…..
Camillo Sbarbaro da “Fuochi Fatui”, (1942)
Ecco come con le parole di un poeta si può descrivere uno scorcio di Vezzi Portio…
Durante la Seconda Guerra Mondiale Camillo Sbarbaro insieme alla sorella, lasciarono la propria casa di Spotorno e si rifugiarono nella borgata di Borsana a Magnone. In quella tragica circostanza, mentre più a valle venivano bombardate le civili abitazioni, il poeta cercava di trovare un po’ di pace immerso nella natura vezzese…
LA PREISTORIA
La frequentazione umana del territorio affonda le radici nella Preistoria.
Tra le più importanti e suggestive testimonianze del periodo vi sono le incisioni rupestri su estesi lastroni rocciosi detti ciappi.
Nel Finalese ne esistono vari e la maggior parte presentano caratteristiche simili.
Sul crinale della Rocca degli Uccelli si trova il Ciappo del Sale , lungo circa 35m per una larghezza di 8m, è completamente ricoperto di croci, coppelle, vaschette per la raccolta dell’acqua piovana, con canaletti e solchi lasciati dalle ruote dei carri.
Di particolare interesse sono due figure umane armate che si affrontano: nel Finalese sono rare e fino ad ora risulta essere l’unica scena a carattere narrativo trovata.
Le più antiche incisioni sono preistoriche ma ve ne sono anche medioevali e altre sono relativamente recenti.
Alcuni studi ritengono che il Ciappo del Sale fosse una sorta di luogo di culto dove si compivano riti magico- propiziatori.
LA STORIA
La maggiore testimonianza di epoca romana è data dalla strada romana Julia Augusta: fatta costruire dall’imperatore Augusto, nel 13 a.C., collegava Roma alle Gallie (Spagna). Per evitare gli invalicabili precipizi di Capo Noli, venne scelto un tracciato interno che da Vado Ligure saliva verso l’entroterra fino a raggiungere Magnone e da lì scendeva lungo la Val Ponci: del tracciato originario rimangono cinque bellissimi ponti in pietra, tre dei quali ancora transitabili.
È possibile che un primo insediamento nel territorio di Vezzi Portio sia nato proprio grazie al passaggio della strada romana. Il nome stesso del paese è infatti riferibile a toponimi romani (Vezzi a Vettius, dalnome di una famiglia romana o dal nome della pianta della Veccia; Portio da porticus o portus, inteso come riparo terrestre).
Dopo la caduta dell’ Impero Romano molti percorsi caddero in disuso e vennero abbandonati ma non accadde per quello della val Ponci che continuò a rappresentare una valida alternativa nel corso dei secoli.
Nella ricostruzione delle vicende storiche, che interessarono le singole frazioni e le borgate del Comune, si comprende bene come il territorio, trovandosi in una posizione strategica di passaggio tra il mare e i monti, da sempre fu oggetto di contese e spartizioni tra i diversi poteri che qui si susseguirono.
Solo nel 1871 si riuscirono ad unire le quattro frazioni sotto un unico Comune.
Nel Medioevo Vezzi divenne un feudo costituito da S. Giorgio e parte di S. Filippo e si trova citato per la prima volta in documenti del 1192, come possedimento del Comune di Savona con un ruolo militare di rilievo.
Tra la metà del 1200 e gli inizi del 1500 passò alla potente famiglia genovese dei Cigala che, come per ogni feudo che si rispetti, fece qui costruire un castello: in fraz. S. Giorgio, a monte della parrocchiale, sono ancora visibili alcuni muri originari del castello fatto costruire da Nicola Cigala; oggi inglobati in una casa privata.
Di Portio e Magnone è noto che, in questo periodo, fecero parte delle “compagne” fedeli dei marchesi Del Carretto, fino al 1598, anno in cui tutto Finale passò sotto la dominazione spagnola.
Testimonianza di quel periodo storico sono i resti di una costruzione architettonica: le cosiddette “Porte di Spagna” . Esse vennero erette nel 1649, in occasione del passaggio di Maria Anna d’Austria, futura sposa del re di Spagna Filippo IV, e rappresentavano una delle porte di accesso al Finalese.
Durante la dominazione francese, nel periodo di Napoleone Bonaparte, troviamo il Comune di Magnone, comprendente anche la frazione di Portio e il Comune di Vezzi per S. Giorgio e S. Filippo, entrambi appartenenti al Cantone di Noli.
Il Generale Chabrol annotava che gli abitanti erano in totale 852, tutti agricoltori e le donne si occupano del taglio e della vendita della legna.