LA GEOLOGIA
Nel territorio comunale sono presenti formazioni geologiche di natura e di età diversa.
Le rocce più antiche si chiamano Formazione di Murialdo (circa 300 milioni di anni fa) e affiorano nella zona settentrionale del Comune, in corrispondenza del rilievo di Monte Alto, a partire da località Rocche Bianche.
Ma, come in tutto il comprensorio del Finalese, è meglio nota la presenza del calcare.
Questa roccia, erodibile a contatto con l’acqua piovana, ha permesso nel corso di milioni di anni la lenta formazione di una serie di elementi tipici del paesaggio carsico tra cui le grotte, alcune abitate fin dalla Preistoria.
A Vezzi Portio si individuano due principali aree carsiche: in prossimità del Monte Alto, con calcari dolomitici, e nell’area della Val Ponci, dove ai calcari del periodo Triassico (circa 230 milioni di anni fa) si sovrappongono i calcari miocenici (circa 25 milioni di anni) della Pietra di Finale.
Il colore della Pietra del Finale varia dal biancastro al rosato ed è formata da miliardi di gusci di organismi che vissero in un antico mare che un tempo ricopriva il territorio (numerosi i terrazzi marini presenti soprattutto nella frazione Portio).
Da sempre questa pietra viene utilizzata nella realizzazione di singoli manufatti e come materiale costruttivo (muretti a secco ed elementi architettonici): passeggiando tra le borgate vezzesi si possono ancora notare, nelle case più antiche, stipiti e portali realizzati in Pietra di Finale, nella quale si rintracciano le impronte fossili delle conchiglie.
Da segnalare inoltre, in una parete verticale della Rocca degli Uccelli, la presenza di una particolare e spettacolare forma di erosione geologica ad alveoli, o tafoni . Si tratta di fori di forma subcircolare, vicinissimi tra loro, che fanno sembrare la parete un grosso alveare in pietra. L’origine del fenomeno si attribuisce sia alla facile solubilità della roccia calcarea, sia all’azione modellante del vento. La curiosa parete non ha solo una valenza geologica, ma anche archeologica ed artistica: qui, a circa 140m s.l.m., si apre la Grotta dell’Angelo, all’interno della quale sono stati rinvenuti dei frammenti di ceramica preistorica, probabilmente scivolati all’interno da più in alto, mentre, tra gli alveoli in pietra, si può ancora intravedere un’edicola religiosa, affrescata in onore della Madonna: ignoti sono l’autore e il periodo di realizzazione.
LA FLORA e LA FAUNA
Già dall’antichità l’azione dell’uomo ha segnato profondamente l’aspetto di queste colline. Nei pressi delle zone abitate la costruzione di sistemazioni a terrazze, dette anche “fasce”, ha permesso la coltivazione di diverse colture arboree quali il fico, la vite, l’ulivo e infine il castagno.
Le fasce, sostenute dai muretti in pietra a secco, insieme a piccole opere di regimazione delle acque meteoriche realizzate lungo i sentieri, i camminamenti, le strade vicinali ed interpoderali, sono ancora oggi fattore indispensabile per la stabilità dei versanti e il drenaggio delle acque.
Nel Comune si trovano diverse tipologie di vegetazione: dalla macchia mediterranea, rappresentata da estese leccete con cespugli di lentisco, cisto a foglie di salvia (con fiore di colore bianco) e cisto tomentoso (con fiore rosa a cinque petali), mirto ed alberelli di corbezzolo, al bosco misto.
Una variazione locale, rispetto agli altipiani circostanti, è data dalla presenza del rosmarino sulla vetta della Rocca di Corno .
Sulle pareti rocciose cresce la campanula a foglie uguali (Campanula isophylla) insieme con piante casmofite, e nelle zone aride e pietrose la Campanula di Savona (Campanula sabatia), entrambi endemismi della zona.
In tutti i boschi è presente la Salsapariglia (Smilax aspera), un rampicante dalle robuste spine che trasforma qualsiasi boschetto in una giungla impenetrabile.
La fitta vegetazione normalmente non favorisce la visione occasionale degli animali tranne per il cinghiale, facilmente avvistabile lungo le strade principali.
Molto diffusi, anche nei boschi finalesi, sono anche i caprioli e i daini, anche se la macchia mediterranea è sfavorevole agli animali con le corna.
Nei territorio boscosi sono diffusi anche volpi, tassi e donnole che, non di rado, si avvicinano alle abitazioni, facendo razzia di pollame; nei buchi delle pareti rocciose può capitare di incontrare i ghiri e non mancano scoiattoli, ricci e lepri.
E’ segnalata la presenza della Lucertola Ocellata (Timon lepidus) sul Bric Carè, un sauro di grossa taglia che può arrivare a 90 cm nel maschio adulto.
Sulle pareti della Rocca degli Uccelli nidificano alcuni specie di rapaci tra cui il Falco Pellegrino (Falco peregrinus). Tra gli uccelli sono diffusi inoltre gufi, civette, gazze, upupe e fagiani.
Nelle valli buie e umide si possono incontrare specie di rettili ed anfibi che amano questi ambienti, come la Natrice dal collare (Natrix natrix).
Proprio per il pregio e le valenze naturalistiche, ambientali e geologiche parte del territorio del Comune di Vezzi Portio fa parte di due Siti di Importanza Comunitaria, della Provincia di Savona:
SIC “Finalese – Capo Noli” (IT 1323201)
SIC “Rocca dei Corvi – Mao- Mortou” (IT 1323203)
e vi è stato individuato un “sentiero natura” che segue la valle del rio Ponci da Verzi a Colla di Magnone, ricalcando in parte il tracciato dell’antica via romana Julia Augusta.
Come finalità, il sentiero-natura, ha quella di promuovere il contatto diretto tra uomo e natura, attraverso la conoscenza di piante ed animali delle specie locali, la comprensione dei fenomeni biologici e delle interazioni degli ecosistemi.